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Exor International, azienda italiana a dimensione globale, da quasi mezzo secolo progetta, sviluppa e produce soluzioni HMI avendo come obiettivo la fornitura ai clienti strumenti di grande facilità d’uso e al contempo espressione di una tecnologia molto avanzata, pienamente rispondente ai concetti di Industria 4.0.
Nata a Verona nel 1971, oggi conta 150 dipendenti tra Italia, Germania, USA e India, dove operano le filiali in cui Exor ha voluto la presenza di personale locale, per poter comprendere al meglio le esigenze di quei mercati e fornire le soluzioni più rispondenti. A questa rete si aggiungono 40 distributori disseminati nel mondo. “In questa ramificazione, la progettazione e la produzione dei nostri prodotti restano concentrate nella sede italiana”, specifica il CMO, Mark Olding, e “siamo gli unici al mondo a offrire cinque anni di garanzia su hardware come standard”, con un fatturato che per l’80% è maturato nei mercati esteri.
Una condizione che nasce da una precisa filosofia aziendale, la quale influenza tutte le scelte che si compiono e che è riassunta dal motto: “La nostra parola conta”. Tutto cioè in azienda viene pensato, progettato e programmato “sapendo che dobbiamo mantenere ciò che diciamo e proponiamo, sia nei confronti dell’azienda stessa che nei confronti dei nostri clienti”. Un motto che è sinonimo di estrema serietà, qualità e che “vuole mantenere e rinsaldare un rapporto di estrema fiducia con i nostri interlocutori”.
Seguendo questa visione, i prodotti di Exor International sono contemporaneamente all’avanguardia ma non seguono le mode, fanno parte cioè di quegli elementi fondamentali che in un’azienda durano nel tempo.
“In ambito economico in sempre più rapida evoluzione anziché impiegare le nostre risorse su quanto potrebbe cambiare, preferiamo concentrarci su ciò che non cambierà” – spiega il CMO 1) il bisogno dei nostri clienti di tecnologia che migliora performance e sicurezza concretamente 2) la consapevolezza che quando gli imprenditori fanno una scelta per i loro processi di automazione, la fanno sapendo si impegnano per una decina d’anni”. Dunque, osserva ancora Olding, “noi siamo coscienti che l’imprenditore che firma un contratto si assume rischi importanti. In quest’assunzione di rischio noi dobbiamo essere una garanzia con i nostri prodotti”. Il filo rosso che guida Exor International “è proprio la domanda costante se ciò che facciamo ci aiuta a mantenere nostro motto”, sottolinea Olding.
Così è stato anche nell’elaborazione di X Platform, la soluzione su cui Exor International ha cominciato a lavorare ben sette anni fa, trovandosi quindi perfettamente aggiornata e reattiva quando nel mondo produttivo sono esplose le dinamiche dell’Industria 4.0. X Platrform, infatti, è una piattaforma per Industrial Internet of Things, che si contraddistingue sul mercato “per poter dialogare con qualsiasi protocollo ed essere perciò una delle più complete al mondo”. Sulla piazza, infatti, ci sono centinaia di piattaforme, ma la maggior parte garantisce una comunicazione tra device e macchina limitata a uno o due protocolli . L’orizzonte di X Platform, invece, è molto più ampio. Inoltre, “essa è modulabile e possiamo intervenire per personalizzazioni in tempi celeri, mettendo a frutto i nostri 45 anni di esperienza nel settore”. Tuttavia, ci tiene a sottolineare il CMO Olding, “il prodotto standard è già di per sé un’offerta avanzata, poiché in quella soluzione Exor International ha concentrato tutto il suo sapere”. In generale la versione standard di X Platform rappresenta un investimento anche nelle situazioni in cui l’evoluzione dell’azienda può assumere diverse strade che non sono ancora definite. “Adottare la piattaforma EXOR International permette di realizzare macchine che immettono gli utenti nel mondo di Industria 4.0 e di essere quindi pronti per ogni futura evoluzione”. Detta in altri termini – prosegue Olding -, “Comprare il prodotti standard, l’azienda riduce il rischio futuro non pagando nulla oggi”.
In questo patto fiduciario che Exor International costruisce con i suoi clienti, è racchiuso anche lo sforzo di comprendere, se non il futuro, almeno le evoluzioni possibili di un presente complesso. Ebbene, dove porterà il mondo 4.0?
“Crediamo che l’approdo non sia l’Internet of Things, ma il Manufacturing of Things, ovvero la produzione perfettamente just in time”, risponde il CMO Olding. “Si tratta di una previsione che è la logica conseguenza della digitalizzazione di tutta la filiera produttiva, che consente di ridurre la perdita di informazioni lungo il tragitto e, soprattutto, di informare tutti in tempo reale”, sostiene. In pratica, “quando presento al front office la mia richiesta rispetto a un prodotto, l’ordine è registrato immediatamente in tutta l’azienda, dal settore che gestisce le materie prime fino a quello che si occupa della logistica per la sua spedizione”. E’ uno scenario futuribile, perché “la tecnologia oggi non esiste per offrire questa comunicazione. Però il percorso verso questo scenario ha già cominciato e siccome per iniziare oggi sul un percorso di Industria 4.0, ha costi assolutamente abbordabili. Le piccole e medie aziende non possono perdere quest’occasione devono investire sapendo che questo scenario diventerà reale rapidamente”, conclude Olding.
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